Esattamente un mese fa tutto il mondo ha festeggiato la bellissima festa delle donne. Per strada correvano le donne e ragazze felici e sorridenti con fiori e i loro partner le sorprendevano con piccoli regali, coccole, tanto amore e tutti erano contenti.
Tehran, Iran, 8 marzo. Centinaia di donne hanno deciso di uscire sulle strade della città per una manifestazione pacifica. Anche se doveva iniziare solo alle 4 del pomeriggio, le folle cominciavano a crearsi già dalle 3 nei parchi Laleh e Daneshjoo a Tehran, nelle vicinanze dell'Università di Tehran. Le studentesse arrivavano già con i striscioni e cartelloni pronti che portavano slogan come "l'uguaglianza è il nostro diritto naturale", "l'era della schiavitù deve finire", "la violenza contro le donne deve finire", "vogliamo giustizia, vogliamo pace". I testimoni hanno detto che con la crescita delle folle crebbe anche il numero degli agenti in borghese o divise e questi cercavano di far disperdere la gente. Alle 4:07 le forze dell'ordine attaccarono le donne e gli altri manifestanti con la loro tipica brutalità, usando sfollagenti, bastoni elettrici e cavi. Alcuni sono stati arrestati, soprattutto quei che fotografavano o filmavano le scene.
(Foto e ulteriori informazioni in inglese su http://www.wfafi.org/protest2.htm)
E' triste che nel mondo esistono posti dove solo il fatto di nascere donna priva l'essere umano di alcuni diritti naturali... nascere in Iran e viverci da donna dopo la rivoluzione islamica del 1979 vuol dire rassegnarsi e sopportare tante limitazioni assurde. Non parlo solo delle regole severissime sull'abbigliamento e copertura del capo.
Chi avrebbe pensato che secondo la legge islamica la donna in Iran è un essere umano solo la metà? La sua testimonianza al tribunale vale solo la metà di quella dell'uomo, può ricevere solo la metà dell'eredità che spetta suoi fratelli, se dovesse rimanere uccisa, la sua famiglia riceve solo la metà della somma che sarebbe l'indennizzo per la morte di un uomo, non possono esercitare alcuni mestieri come per esempio giudice e perfino per ogni operazione amministrativa deve chiedere il permesso del marito. Non può neanche lasciare la casa senza il suo permesso. Oltre a quello può essere sposata contro la sua volontà in un'età tenerissima. Secondo la Sharia, la legge islamica, l'età minima per le ragazze è di 8 anni e 9 mesi, di solito si aspetta "almeno" fino al suo tredicesimo anno. Il marito può chiedere il divorzio in qualsiasi momento e senza dire nemmeno una parola alla donna e i bambini sono automaticamente dati al padre. Anche a causa di questi matrimoni forzati, spesso con enormi differenze di età tra gli sposi (lo sposo ha anche più di 50,60 anni), a causa della violenza domestica o tossicodipendenza del marito le ragazze fuggono di casa e spesso finiscono per strada come prostitute, mendicanti o vagabonde. La prostituzione in Iran è punita con la pena capitale (il caso veramente esemplare è quello di Ateqeh Rajabi, una ragazzina sedicenne impiccata per mero sospetto di prostituzione!), ciò nonostante ci sono circa 3 millioni di prostitute, senzatetto e vagabonde, che devono ogni giorno esposte alla fame e pericoli vari, per esempio di essere violentate o arrestate dalla polizia. Solo poco a poco arrivano al pubblico le notizie allarmanti sul traffico di donne e bambini verso i paesi del Golfo Persico. A causa di una situazione difficile sul mercato di lavoro e della dipendenza economica delle donne finiscono per strada anche tante vedove, donne divorziate o mogli dei prigionieri politici. In Iran c'è un tasso di suicidi enorme (secondo le statistiche ufficiali della WHO è sul terzo posto nel mondo ma per l'assenza dei numeri precisi è molto probabile che arriva al primato). E' interessante che il 65-75% dei suicidi sono donne, mentre nel mondo la proporzione è opposta (25-35% donne e 65-75% uomini). Spesso capitano casi tragici, in cui la donna sceglie la morte dandosi fuoco per protesto contro la violenza commessa contro di lei. L'adulterio e in generale, rapporti sessuali con un uomo che non è suo marito sono puniti da fustigazione (donne nubili, la pena vale anche per gli uomini) o morte via impiccagione o lapidazione (donne sposate). L'esposizione delle donne alla violenza è provata anche dal fatto che la donna che uccide in autodifesa l'aggressore che cercava di violentarla, è condannata alla pena di morte per omicidio. Donne imprigionate per motivi politici possono essere soggette a violenza ancora più brutale, possono essere ripetutamente violentate e torturate. Il caso più noto è quello di Zahra Kazemi, fotografa canadese di origine iraniana, uccisa nella prigione politica Evin di Teheran, dopo torture e violenza sessuale ripetuta.
Però è nella vita quotidiana che l'apartheid si sente di più: per esempio negli autobus le donne devono sedersi nella parte separata dietro, non possono andare allo stadio per guardare il calcio, non possono uscire per strada in coppia con il loro amoroso se non sono sposate, non possono ballare e cantare solo (alle adorate cantanti come per esempio Googoosh, una specie di Mina persiana è stato vietato cantare, i loro dischi sono illegali e la maggior parte di loro vive ora all'estero), e ora il nuovo presidente Ahmadinejad cerca di promuovere la costruzione delle corsie separate sui marciapiedi solo per donne e altre misure ancora più severe nel codice dell'abbigliamento - la burqa!
Da aprile 1998 anche l'assistenza sanitaria è precisamente separata. Questo fatto si è manifestato negativamente sul peggioramento dello stato della salute delle donne perché sempre manca il personale medico femminile abbastanza esperto.
Forse l'unico lato positivo di questa segregazione è che in conseguenza è stato necessario acconsentire a un maggior numero di donne di studiare all'università. Nonostante tutto la disoccupazione delle donne è allarmante. Solo l'11-14 % ha un lavoro, se non contiamo le casalinghe. Di solito il 50-60% delle ragazze lascia la scuola già durante le medie, perché vengono sposate.
L'articolo 21 della costituzione dell'Iran dice: "il governo deve assicurare l'osservanza dei diritti di tutti i cittadini, uomini e donne, in tutti i rispetti, in conformità con la legge islamica..." ciò in prassi vuol dire che l'interpretazione di questi diritti è pienamente nella competenza del clero islamico. E quello l'interpreta veramente in un modo molto alla sua...
foto da http://web.tiscali.it/iranian. Il coraggio delle truppe: 5 uomini contro una donna disarmata.